sabato 15 giugno 2013

Le vite degli altri

'Le vite degli altri', insignito del premio Oscar al miglior film straniero nel 2007 e girato da Florian Henckel von Donnersmarck nel 2006, è un film tedesco ambientato in un lasso di tempo che va dall'autunno del 1984 al 1993 in quella che fino al 1989 è stata la DDR.



I protagonisti del film sono tre, Georg Dreyman, un drammaturgo in linea, almeno apparentemente, con l'ideologia del regime comunista, Christa-Maria Sieland, una celebre attrice di teatro e compagna dello scrittore, e Gerd Wiesler, un agente della Stasi incaricato di spiare i due ascoltando tutte le loro conversazioni grazie alle numerose microspie installate dentro il loro appartamento. Ben presto però, HGW XX/7, nome in codice di Wiesler, che si dimostra un uomo freddo e spietato, come dimostra la scena in cui tiene una lezione alle nuove leve della Stasi, cede al fascino della vita di Dreyman, costituita dal grandissimo amore per Christa-Maria, dalla lettura, dall'arte, dalla musica. L'emblema della sua evoluzione è proprio la scena in cui egli ascolta rapito la 'Die Sonate vom guten Menschen' di Beethoven suonata dallo scrittore al pianoforte.

Questo film molto intenso e toccante è una eccellente ricostruzione storica della vita del periodo e del senso di oppressione percepito dai cittadini, costretti a vivere costantemente sotto la minaccia di essere ascoltati e controllati e spesso obbligati a ricorrere al suicidio. Le atmosfere e la data d'inizio del film non possono che far pensare a '1984' di Orwell, il libro da cui è iniziata la mia ricerca: come nel testo infatti ogni cittadino può essere spiato, prelevato dalla propria abitazione e, nel migliore dei casi 'riabilitato'. A differenza del pessimismo orwelliano nel film assistiamo all'evoluzione sincera e spontanea di Wiesler, il quale, prima schiavo delle enormi cuffie nere con cui spia le vite degli altri e della macchina da scrivere in cui registra le prove compromettenti, diviene consapevole del fatto che egli non ha una vita proprio grazie ai suoi strumenti: le cuffie gli comunicano le emozioni di una esistenza autentica, imperfetta, a volte anche difficile, mentre la macchina da scrivere che Dreyberg usa per comporre le sue opere gli ricorda lo scopo per cui dovrebbe essere usata questa tecnologia, comunicare, condividere, esprimersi in libertà, non far condannare un uomo innocente.

Ecco il trailer del film:http://youtu.be/QQZWblskqXc

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